Il Mulino Della Villa - Landiona, Provincia di Novara

roberto R.

L'agriturismo Molino della Villa si è rivelata una scelta felice. L'edificio é un antico mulino ben restaurato e ristrutturato, con tre belle sale di cui una proprio sopra la roggia e le ruote a pale. L'arredamento in stile rustico é accogliente e caldo, i tavoli ben apparecchiati come nei migliori ristoranti. Il menù propone i piatti della cucina locale con alcune preparazioni personali: fiori di zucca farciti accompagnati da riso rosso aromatizzato al rosmarino, filetti di petto d'anatra stagionato ottimi, come buoni i salumi. Buonissima la paniscia sfumata con vino rosso, i ravioli del plin al sugo d'arrosto e così via sino all'assaggio di dolci.

marcello C.

Pranzo domenicale con amici e golden retriever ... ottimi cibi dagli antipasti ai formaggi... e soprattutto i nostri golden sono accolti e coccolati... ci torneremo ...

Fabio C.

Siamo stati ieri sera, una compagnia di 20 amici quasi tutti meridionali, bel posto caratteristico e accogliente. Abbiamo mangiato bene, peccato che il titolare non sia stato molto cordiale con noi, a volte brusco, e non si capisce il perché?
Veniamo qua qualche anno e ci sono degli amici che fanno quasi 2 ore di strada per fare questa cena e ci dispiace che il titolare si sia comportato così! Sicuro non ci metteremo più piede, mi dispiace

Chiara S.

Luogo affascinante per la testimonianza storica della realtà legata alla terra e all’acqua. Abbiamo apprezzato e gustato ogni piatto! Ottimi salumi, la paniscia , la frittura alla piemontese salata e dolce! Matteo, molto simpatico e preparato !! Bravi!! Chiara e Paolo , Novara.

michela R.

Ottimi piatti!!! Ambiente tranquillo. Ci ritornerei ancora molto volentieri. Complimenti allo chef.

Andrea C. V.

In ogni ambito esistono delle regole non scritte che tutti conoscono, ma è necessario sapere quando vengono applicate. Anche nella ristorazione è così e quindi tutti sanno che in un agriturismo l'orario d'inizio della cena può essere uguale per tutti i commensali che devono convenire alla stessa ora, ma è necessario avvisare tutti i commensali che questa regola è in vigore. Altra regola che può essere vigente in un agriturismo è quella per cui il menù non è alla carta, ma scritto di volta in volta a seconda delle materie prime disponibili in quel periodo, ma anche in questo caso il cliente deve essere preavvisato. Sappiate quindi, che, qualora decidiate di cenare al “Mulino della Villa” tutte queste convenzioni sono in vigore, ma io e Watson che abbiamo cenato in questo agriturismo di Landiona in provincia di Novara, non eravamo consci di ciò. Questo tipo di impostazione comporta anche che la distanza temporale fra una portata e l'altra si dilati molto di più rispetto al normale e, francamente, ne io ne Watson eravamo preparati a una cena di una durata simile a quella del giorno di Pasqua! Quello a cui certamente non eravamo preparati (e difficilmente lo saremmo potuti essere) era l'assurdo istrionismo di Matteo Cavagnino (titolare? caposala? maitre?) che sin dal momento dell’ accoglienza si è dimostrato al di fuori dei canoni della buona ristorazione e certamente del buon gusto, canoni non scritti, ma comunemente accettati. Anche in questo caso, nessuno ci aveva avvisato della regola in vigore al Mulino della Villa per cui il “capocameriere”, Matteo Cavagnino, può dileggiare i novaresi non appena venga a sapere che chi gli sta di fronte per cenare nel suo ristorante è di Novara né eravamo stati avvisati del fatto che questo stesso personaggio ritenesse normale da parte nostra l'accettazione di questa malsana ironia. Capirete bene che per via di tutte queste regole non scritte di cui noi non eravamo a conoscenza, io e Watson abbiamo consumato solo una parte delle portate previste, in modo da concludere il prima possibile una serata mal riuscita. È certamente stato un peccato, perché le preparazioni dello chef Emanuele Cavagnino (da poco insignito del Collegio Cocorum) non erano affatto da disdegnare (anche se il fatto di essere solo in cucina non è certo di aiuto allo chef quando i secondi sono un brasato e del maialino che dovrebbero essere morbidi ed umidi, ma se riscaldati perdono la loro peculiarità). A dire la verità la Paniscia proposta non era come la intendo io (piatto cremoso, grasso e cotto molto più di un normale risotto da cui si discosta anche per l'uso del vino rosso), ma si sa la ricetta della Paniscia novarese è diversa per ciascun novarese. Da stigmatizzare anche la mancanza di una carta dei vini e certamente l'assenza di un’ etichetta di nebbiolo nelle terre dell'alto Piemonte. Per tutto ciò io e Watson abbiamo rinunciato alle tagliatelle al cinghiale, al dolce e chissà a cos'altro, ma ormai la serata era guasta e la volontà era di terminarla il prima possibile. Con una bottiglia di Barbera d'Asti l'Anfora del 2021 della cantina San Giorgio Monferrato (presentataci solo come “una Barbera del Monferrato” e giunta al tavolo già aperta…), una selezione di buoni antipasti caldi e freddi, una Paniscia ed i secondi di cui si è detto e 2 caffè abbiamo speso € 35 a testa. Come detto “un peccato” anche per la cortesia e la premura della signora del personale che si è comportata ottimamente e per la premura dello chef, contattato via WhatsApp che si era reso più che disponibile.

Alessandro

Esperienza da non ripetersi.

L’aspetto che più caratterizza questa esperienza è sicuramente l’attesa. Credo che la passione di cristo sia durato nettamente di meno.

Per riceve un primo ci sono volute due ore, il quale era solo uno dei tre ordinati.
Eravamo in tre persone e abbiamo ordinato tre primi differenti. I successivi sono arrivati scaglionati a 20 minuti di distanza avendo anche di conseguenza una consumazione del pasto singolare pur essendo in gruppo.
Per questo motivo secondo, dolce e caffè ce lo siamo risparmiati, anche perché sinceramente di uscire dal ristorante il giorno dopo proprio non ci andava.

Le formule da agriturismo si conoscono, si cerca di far mangiare tutto il ristorante insieme, ma per lo meno andrebbe specificato, in quanto sia al telefono e sia al ristorante viene fatto passare come totalmente l’opposto, sembrando quasi una formula da ristorante classico. Anche se si fosse a conoscenza della formula adottata dal ristorante comunque i tempi di attesa sono estremamente lunghi.

Per quanto riguarda il cibo si può dire che gli antipasti erano nella norma. Per i primi abbiamo ordinato degli agnolotti (che di agnolotti proprio non avevano nulla in quanto la forma e chiusura non centrava nulla) e delle tagliatelle, che sono risultati entrambi molto insipidi e slegati. Nota di merito però va data al primo a base di fagioli, che è risultato buono. Citato perché unico piatto decente della giornata.

Da far notare in maniera importante la completa assenza di un menu con l’elenco di allergeni (anche perché il menù non esiste). Se siete allergici a qualcosa in sostanza meglio farsi il segno della croce.
Di conseguenza anche il costo totale dell’esperienza arriva di sorpresa alla fine, in quanto non viene comunicato all’inizio della consumazione e non è presente in maniera scritta da nessuna parte.

La pulizia inoltre in certi punti del ristorante è sicuramente da rivedere.

niki C.

Abbastanza buono però il risotto l’avrei preferito tra una varia scelta di primi e tra i secondi buona la bistecca ai ferri non buona la salsiccia troppo salata e la lingua ci stava un po’ di salsa verde scelta di dolci molto minima qualcosa di piemontese ci starebbe tipo bunet o altri dolci tipici della cucina piemontese